La riserva naturale di Lucciola Bella mantiene il suo fascino selvaggio anche in autunno, quando le varie tonalità di marrone della terra e il grigio della creta rivestono ogni cosa .
Filari di cipressi indicano la strada, poi ci si arrampica nei viottoli fra le bianche mammelle argillose; il vento, sempiterno, ci avvolge. Camminiamo sul crinale dei calanchi, pestando la creta viscosa se bagnata e miseri ciuffi di erbe aromatiche: l’artemisia cretacea, piccolo cespuglio molto amato dalla pecore;la piantaggine delle argille; la piccola logliarella dalle foglie ricurve.
In cima alla salita il vecchio podere di Lucciola Bella, oggi agriturismo, appena si nota. Ovunque, intorno a noi, grossi motti di terra appena arata, campi incolti e terreni finemente lavorati e già pronti per la semina.
Un profumo tenue, ma caratteristico, gira nell’aria; il panorama è grande e limpido.
Così tutti i nostri sensi vengono ritemprati.
L’escursione non riveste particolari difficoltà, anche se in autunno, che è frequentemente piovoso, l’argilla bagnata è molto viscosa e si attacca alle scarpe con facilità. Il sentiero che sale sul calanco è molto ritto, ma vi sono più possibilità: l’itinerario più semplice sale lungo la strada coi cipressi ed è lungo 9 km. Se ci si vuole “arrampicare” sui calanchi, invece, dobbiamo affrontare più sali scendi e una lunghezza che varia fra gli 11 e i 13 km.